Gli Angeli - Santuario San Michele Maddaloni

Santuario
San Michele Arcangelo
E Santa Maria del Monte
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Gli Angeli

Gli Angeli

L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama “ANGELI” è verità di fede rivelata da Dio e contenuta in moltissime parti della Sacra Scrittura. Nello stesso tempo è verità insegnata dal Magistero della Chiesa in tutti i tempi, a cominciare dagli Apostoli. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’umanità della tradizione. La professione di  fede del Concilio Lateranense IV afferma che Dio “fin dal principio del tempo, creò dal nulla l’uno e l’altro ordine di creature, quello spirituale e quello materiale, cioè gli angeli e il cosmo; e poi l’uomo, quasi partecipe dell’uno e dell’altro, composto di anima e corpo”. Ciò ci rinvia al “Simbolo degli Apostoli”, il Credo, per mezzo del quale noi proclamiamo che “Dio è creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. L’uomo all’interno della creazione, gode di una posizione singolare, per il suo corpo appartiene al mondo visibile, mentre per la sua anima spirituale, che vivifica il corpo, egli si trova quasi al confine tra la creazione visibile e invisibile.
Gli Angeli essendo esseri puramente spirituali sono creature invisibili, cioè non hanno un corpo umano. Con il termine Angelo si vuole indicare la funzione di questi Spiriti celesti, mandati da Dio ad annunziare i suoi voleri agli uomini. Infatti angelo vuol dire messaggero. In quanto creature puramente spirituali, gli Angeli, hanno intelligenza e volontà, sono creature personali e immortali e superano in perfezione tutte le creature visibili.
Gli Angeli pur essendo purissimi spiriti, possono tuttavia prendere sembianze simili dimostrando la loro straordinaria bellezza. Gli Angeli, nella storia della Chiesa, tante volte sono apparsi ai Santi per suggerire  idee buone in nome di Dio  e ci aiutano  ad attuarle. San Giovanni Evangelista scrisse nel libro dell’Apocalisse che vide davanti a sé un Angelo che egli credette di vedere Dio, ma l’angelo prontamente disse “Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli. E’ Dio che devi adorare”, dalle parole dell’angelo si evince la sua totale sottomissione a Dio. Tale sottomissione è dovuta da una libera scelta  fatta dagli Angeli stessi, infatti in virtù della loro natura spirituale  e della loro intelligenza gli Angeli sono chiamati fin dall’inizio a conoscere  la verità ed amare il bene in modo molto più perfetto di quanto non sia possibile all’uomo. Ma Dio nel suo immenso amore crea gli angeli così come l’uomo, liberi di scegliere. Essi sono "i suoi angeli " Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli..." (mt 25,31).
Sono suoi perchè creati per mezzo di lui e in vista di lui: "Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: troni,  dominazioni, principati  e  potestà" (Col 1,16). Sono suoi ancor più perchè li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: "Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono   ereditare la salvezza?" (Eb1,14). Dall'incarnazione all'ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli.
Quando Dio "introduce il Primogenito nel mondo dice:lo adorino tutti gli angeli  di Dio"(Eb 1,6). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: "Gloria a Dio..." (Lc 2,14). Essi proteggono l'infanzia di Gesù, servono Gesù nel deserto, lo confortano durante l'agonia, quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici come un tempo Israele.
Sono ancora gli angeli che "evangelizzano" annunziando la Buona Novella dell'incarnazione e della risurrezione di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, saranno là, al servizio del suo giudizio.
Sappiamo che Dio creò una immensa varietà di Angeli, la Bibbia in vari passi dell’Antico e Nuovo Testamento accenna all’immensa moltitudine degli Angeli. Nel libro del profeta Daniele, dice “Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a Lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano". Nel Vangelo Luca parla di “una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio”. Nella Bibbia leggiamo solo tre nomi personali di Angeli e sono quelli con cui vengono chiamati Arcangeli Michele,Gabriele e Raffaele. In cima alla scala gerarchica vi sono gli Arcangeli, i loro nomi derivano dalla lingua ebraica: Michele (Mi-Cha-El)  “Chi come Dio”, Gabriele “Forza di Dio”, e Raffaele “Dio risana”. Gli Arcangeli sono i capi supremi degli Angeli.  scelgono per noi il nostro crescere, così il Padre Divino ha voluto assegnarci un Angelo che ci sia accanto per liberarci nei pericoli, sostenerci nelle difficoltà e siano di protezione potente contro gli assalti dell’inferno.
"Il Cristo sia al centro della vostra esistenza, l'orientamento costante della vostra vita, il punto di riferimento di tutto il vostro essere. E sappiate che in questo, al vostro fianco ci sono  i vostri angeli custodi".
Iddio nel suo amore sapiente creando una moltitudine di angeli ha assegnato ad ogni essere umano un Angelo custode. Per noi il sapere che gli angeli ci proteggono dalla nascita fino alla morte è fonte di gioia e di speranza. Come i genitori premurosi.
L'Arcangelo Michele

San MICHELE è il primo angelo che, per importanza, sta al cospetto dell'Altissimo. Il suo nome, che significa: "CHI E' COME DIO? ", fu il grido di battaglia con cui San Michele attaccò e sconfisse gli angeli ribelli a Dio. Durante la terribile lotta che ebbe luogo nei cieli quando gli angeli cattivi vennero meno alla fedeltà a Dio, Michele, con i suoi angeli buoni, condusse satana e le sue legioni fuori dal cielo, e li precipitò nelle profondità dell'inferno (Ap 12,7-9).  Michele era già considerato dagli Ebrei come il principe degli angeli, protettore e difensore del popolo eletto, rappresentante della potente assistenza divina nei confronti di Israele.  L’Angelo del Signore si oppone  a Satana e riceve per questo motivo il nome di Michele  (Zc 3,1-2).
L’Arcangelo Michele è stato onorato sin dai tempi antichi sia in Occidente che in Oriente. L’imperatore Costantino attribuisce alla protezione dell’Arcangelo numerose vittorie ottenute contro i suoi nemici e per gratitudine fece costruire un magnifico santuario vicino a Costantinopoli: il celebre Michaelion. Questo santuario divenne meta di pellegrinaggi: molti ammalati ottennero guarigioni per l’intercessione dell’Arcangelo Michele. I successori di Costantino eressero altre chiese in Costantinopoli in suo onore; nel IV sec. Erano già una decina e nel IX sec. se ne contavano ben trenta.
A Roma, le chiese costruite e dedicate a san Michele risalgono all’anno  494. Il 29 settembre si festeggiava la dedicazione della basilica di San Michele sulla via Salaria. Chiese molto antiche, già nel V sec., si trovavano in Italia: a Roma, a Milano, Piacenza, Genova, Ravenna,  Venezia, Spoleto. In Puglia, sul monte Gargano, la Città di Monte Sant’Angelo accoglie il più celebre santuario dell’Occidente latino dedicato all’Arcangelo san Michele.
La Storia del culto sul Gargano è stata a noi tramandata dal libro delle apparizioni di San Michele sul Monte Gargano scritto che risale  all’ VIII sec. Esso parla di tre apparizioni avvenute negli anni 490,492 e 493. In una quarta apparizione  1656, egli promette di proteggere e di liberare il paese dalla peste che inferiva in tutta Italia.
Non solo la città fu liberata dall’epidemia, ma furono guariti anche tutti coloro che invocano la sua intercessione.  A Roma nel 589 la peste infieriva ma il Papa San Gregorio ebbe guidando una processione per la liberazione dalla pestilenza, ebbe un’apparizione dell’Arcangelo e il flagello cessò immediatamente.
Tutt’oggi una statua bronzea di San Michele  posta su Castel Sant’Angelo ricorda questo miracolo. L’Arcangelo apparve anche a Mont-Saint-Michel in Francia nel 708 e anche lì vi furono molte guarigioni e dal 709 fu costruito un famoso Santuario che sorge intorno al mare.
I Pontefici hanno sempre considerato l’Arcangelo Michele un potente difensore della Santa Chiesa cattolica, il Papa Leone XIII ebbe una terribile visione infernale nella quale sentì la voce di Satana che minacciava di distruggere la Chiesa. Turbato il Pontefice compose una speciale preghiera in onore di San Michele, questa continua ad essere recitata.  Nel suo pellegrinaggio sul monte Gargano, Giovanni Paolo II disse alla popolazione il seguente discorso: “Sono venuto per venerare ed invocare l’Arcangelo San Michele, perché protegga e difenda la santa Chiesa, in un momento in cui è difficile rendere un’autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti.
Ecco perché la Chiesa lo considera come proprio protettore e sostenitore in tutte le sue lotte per la difesa e la diffusione del Regno di Dio sulla terra. Da secoli il patrocinio dell’Arcangelo viene invocato non solo da coloro che lottano sulla terra, ma anche da quelli che si preparano al trapasso.
La tradizione attribuisce anche a San Michele il compito di “pesare” le anime dei defunti, oltre alla spada, l’iconografia mette nella sua mano la bilancia della Giustizia Divina. San Michele è protettore nazionale della Germania, patrono delle città di Bruxelles, Tause(Saragozza) e di circa 60 città italiane tra cui Caserta, Cuneo, Alghero, Alberga, Vasto, Palese e Maddaloni.
Dopo la caduta di Lucifero, Michele divenne il principe degli angeli ed il combattente delle forze sataniche: per questo egli è invocato soprattutto per la protezione contro le forze del male. In particolare San Michele è invocato nella malattia e specialmente nell’ora della morte, quando il suo potentissimo aiuto si fa ancora più necessario e l’anima è sotto i più duri assalti di satana. San Michele era inoltre il grande protettore della Sinagoga, ed ora è il difensore e protettore della Chiesa e di tutti i fedeli.
L'Arcangelo Gabriele

Il nome Gabriele che significa “Forza di Dio”, compare sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, ma in tutto solo quattro volte e precisamente due volte in Daniele e due volte in San Luca. La prima volta appare a Daniele e gli spiega una misteriosa visione che il profeta aveva avuto presso il fiume Ulai nel territorio della cittadina di Susa, in Mesopotamia. La seconda volta Gabriele annunzia a Daniele il tempo della venuta di Cristo. Come si può osservare, in questi due testi di Daniele, a Gabriele non viene dato alcun titolo fra quelli delle gerarchie angeliche. Nel primo testo si parla di uno “dall’aspetto d’uomo” che si rivolge a Gabriele perché spieghi al profeta la visione avuta.
Nell’altro testo, pur non chiamandosi angelo, mostra tutte le sue caratteristiche col “volare veloce” e lo scomparire all’improvviso. In San Luca si comprende ancora più chiaramente la personalità di questo messaggero  celeste. Per primo appare al sacerdote Zaccaria nel Tempio di Gerusalemme, mentre gli faceva l’offerta dell’incenso. Il nunzio celeste viene designato ripetutamente come “un angelo del Signore”, ed egli stesso si specifica: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti il lieto annunzio”.
Sei mesi dopo, l’Arcangelo Gabriele  fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Come si può osservare, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, Gabriele annunzia l’incarnazione del Verbo di Dio. Nel Nuovo Testamento annunzia prima il precursore del Cristo e poi il Cristo stesso a Maria Santissima. Perciò, giustamente, i teologi chiamano Gabriele l’angelo per eccellenza e cioè messaggero particolare dell’incarnazione del Figlio di Dio. Comunque è chiamato per ben dieci volte, sempre “angelo”.
Alcuni autori cattolici, senza sicura base biblica, hanno pensato che l’angelo che apparve ai pastori nella notte della nascita di Gesù sia stato lo stesso Gabriele, che così  avrebbe continuato l’opera di messaggero divino dell’incarnazione. Spingendosi oltre, questi teologi hanno pure opinato che l’angelo che discese dal cielo a confortare Gesù nell’Orto degli ulivi sia stato ancora una volta Gabriele, opinione che ha trovato eco in un inno del breviario domenicano.
L'Arcangelo Raffaele

Il nome Raffaele in ebraico significa “Dio risana”, “Dio guarisce”, ed infatti la devozione popolare, che si fonda su un testo della Bibbia (Tobia 5,4) ed appunto, sul significato del nome, si è sempre orientata sulla specializzazione medica di questo arcangelo. Espressamente nella Sacra Scrittura il nome dell’arcangelo compare solo nei libri di Tobia, dove ha un ruolo importantissimo. In questo libro egli è citato in continuazione, a cominciare dal cap.3. Una prima volta ricorre il nome di Raffaele dopo la preghiera di Tobi e quella contemporanea di Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana nella Media. Dopo di allora è inutile contare le volte che il nome di Raffaele si ripete nel libro.
Tuttavia è particolarmente importante quando l’angelo  stesso si rivela con queste parole” Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore”. Raffaele ha pertanto una parte importantissima nel libro di Tobia. Sotto le sembianze di Azaria, figlio di Anania, si offre di accompagnare il giovane Tobia  da Ninive a Rages nella Media.
Il primo importante intervento dell’angelo  si ha durante la sosta alla sera della prima giornata di viaggio, lungo il Tigri, quando Tobia sta per essere assalito da un grosso pesce. L’angelo allora comanda a Tobia di prendere il pesce, ucciderlo ed estrarne il fìele, il cuore e il fegato:il fìele  servirà poi per la guarigione di Tobi dalla cecità, mentre il cuore e il fegato saranno usati per allontanare da Sara il demonio Asmodeo. Giunti a Ecbàtana, l’angelo conduce Tobia da Raguel e lo sollecita  a chiedere in sposa la figlia Sara, che gli spettava di diritto, essendo il parente più stretto, ma insieme assicurandolo che l’unione con Sara non gli avrebbe recato alcun danno, però istruendolo che, nella prima notte del matrimonio, avrebbe dovuto bruciare il cuore e il fegato del pesce, preso lungo il cammino  e conservato proprio a questo fine. In questo modo egli sarebbe stato risparmiato dalla misteriosa morte, toccata a sette pretendenti di Sara che lo avevano preceduto nel matrimonio.
Tutti i benefici recati dall’angelo, sono esposti sommariamente da Tobia “Egli mi ha condotto sano e salvo, mi ha guarito la moglie, è andato a prendere per me il denaro e infine ha guarito te!”. Ma l’angelo si svela “A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla: ciò che vedevate era solo apparenza. Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato… E salì in alto” (Tb 12,19-20).
Raffaele dice di essere uno dei sette angeli che sono sempre alla presenza dell’Altissimo, pronti ad eseguire i suoi comandi. Dei sette angeli che stanno al cospetto di Dio, parla pure l’Apocalisse: "Vidi che ai sette angeli  ritti davanti a Dio furono date sette trombe”(Ap 8,2).
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