Descrizione storico-artistica
L’attuale Santuario dedicato a San Michele Arcangelo e a Santa Maria del Monte sito nel Comune di Maddaloni, ricco di vicende storiche ha origine molto remote e la sua costruzione si fa risalire all’epoca dei longobardi tra 820 e l’860. Infatti la principessa beneventana Teodorata sull’esempio della regina Teodolinda (per il longobardi del nord) sviluppò il culto micaelico nell’italia meridionale. Il santuario, detto anticamente Eremo, fu menzionato nel 969, dall’arcivescovo di Benevento Landulfo, nel segnare i confini della Diocesi di Sant’Agata dei Goti,“in monte Magdaluni, qui dicitur sanctus…” e nel 1092 dal Conte di Caserta Goffredo che concesse al monastero di san Giovanni di Capua un podere situato.., “ in S.Angelo de Mataluni”.
Successivamente, è documentato nella bolla capuana del Vescovo Sennete del 1113, che segna e delimita i confini della Diocesi di Caserta , “in Castro Ma talune… Ecclesiam Sancti Angeli de Monte”. Questa chiesetta rimasta sempre nel luogo impervio a m. 520 s.l.m. domina la valle attraversata dalla via Appia, quasi a proteggere il sito urbano di Maddaloni formatosi alle pendici del monte. Nel privilegio del Papa Alessandro III per la Chiesa Casertana dell’anno 1178,è menzionato : “in Matalone S.ti Angeli de Monte.” Si narra che nel 1216 vi si recò san Francesco d’Assisi mentre si dirigeva a Capua per far visita al suo amico, il beato Agostino ivi residente. Nel 1827 la regina di Spagna Elisabetta e la figlia Cristina vennero ad onorare l’Arcangelo san Michele e lo stesso fece il re Ferdinando II nel 1846 con tutta la famiglia reale. Nel 1860 l’area fu occupata dall’esercito garibaldino che attestato sul monte san Michele diresse e vinse la vittoriosa battaglia dei Ponti della Valle o del Volturno che permise l’unificazione d’Italia.
La vicinanza con altri santuari San Angelo a Palomabara in San Felice a Cancello, con San Michele Arcangelo sul monte Virgo, oggi duomo di Casertavecchia, oltre il rivelare la caratteristica di vedette e di fortezze di questi luoghi sacri, essendo tutti sulla medesima altitudine e visibili l’uno dall’altro, manifestano anche la religiosità dei longobardi di affidarsi al Principe degli Angeli per la difesa contro i nemici della terra e del cielo,del corpo e dell’anima. Il Santuario è porta obbligata per il passaggio sia verso il Sannio e le Puglie attraverso l’antica valle Suessola, sia verso Capua e Roma con l’antica via Appia. L’edificio certamente, nel lungo corso dei secoli, ha avuto degli interventi architettonici diversi che non conosciamo fino al 1800. Infatti dopo il 1820 l’edificio ecclesiale fu raddoppiato, l’operato viene raccontato dallo storico di Maddaloni Giacinto De Sivo scrivendo quanto segue…”Già prima del 1820 era la metà più piccola…”.
Nella seconda metà dell’ottocento, dopo l’unità d’Italia, l’edificio fu restaurato per i danni subiti dagli scontri bellici del tempo. Nei primi decenni del Novecento ebbe un’ulteriore intervento di ampliamento, con la costruzione del campanile adiacente. Fu determinante l’intervento stilistico architettonico, secondo l’indirizzo culturale di quegli anni: il neoromanico. Infatti la facciata è disegnata con un protiro schiacciato sormontato da cinque archetti che fungono da loggia e un rosone in cima, al di sotto le falde del tetto, coperto con tegole. All’interno, una cupoletta e un’unica navata coperta dalla volta a botte. La chiesa conserva ancora, in un paramento del presbiterio, frammenti di affreschi cinquecenteschi. Nella nicchia centrale in asse con l’altare maggiore, si conserva la statua del Santo, più volte restaurata, forse di manifattura cinquecentesca.
A fianco della Chiesa ci sono, a due livelli, i locali annessi per l’accoglienza dei pellegrini con un portico e terrazza, architettonicamente ben inseriti nel complesso santuariale. Essi sono stati costruiti nella seconda meta dell’ottocento. Nei primi decenni del novecento invece sono il campanile maggiore e la facciata di stile neo-romanico con archetti e rosone. Alla fine del secolo scorso, nel 1993, tutto il grande piazzale dell’ingresso del santuario è stato trasformato in una chiesa all’aperto con un monumento-altare su cui troneggia una immagine bronzea della Vergine Maria, denominata Madre del Redentore.
Nel 1994 al nome del Santuario di San Michele Arcangelo è stato aggiunto anche quello di Santa Maria del Monte. Il Santuario sito sull’ultimo colle dei monti Tifatini, in un luogo panoramico di bellezza unica, è visibile dall’autostrada e dalla linea ferrata. Da esso si gode l’ampia veduta non solo della piana casertana con tutte le catene dei monti che l’avvolgono, ma anche il mar Tirreno, il Vesuvio e tutto il golfo di Napoli con le sue isole.