Il Santuario San Michele - sanmichele

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Il Santuario San Michele

Il Santuario
Storia
Si narra che nel sec. VI sia stato lo stesso Arcangelo Michele a volere sulla cima del monte di Maddaloni una chiesetta a Lui dedicata. Un giovinetto del luogo, che era solito portare a pascolo le sue capre sui monti circostanti, una mattina condusse il suo piccolo gregge sulla sommità del monte, sicuro di trovare pascoli migliori. Giunto sul posto, fu attratto dalla presenza di un giovane di aspetto celestiale che portava pietre sulla sommità del monte.
Con semplicità il giovane capraio cercò di rendersi utile, aiutando lo sconosciuto nel suo lavoro. Dopo qualche giorno il capraio domandò al giovane chi fosse, e questi gli rispose di essere l'Arcangelo Michele e che desiderava l'erezione di una Cappella laddove aveva ammucchiato le pietre. L'Autorità ecclesiastica, quella civile ed il popolo appena vennero a conoscenza del desiderio dell' Arcangelo, gli edificarono nel luogo prescelto una chiesetta.

Descrizione storico-artistica

L’attuale Santuario dedicato a San Michele Arcangelo e a Santa Maria del Monte sito nel Comune di Maddaloni, ricco di vicende storiche ha origine molto remote e la sua costruzione si fa risalire all’epoca dei longobardi tra 820 e l’860. Infatti la principessa beneventana Teodorata sull’esempio della regina Teodolinda (per il longobardi del nord) sviluppò il culto micaelico nell’italia meridionale. Il santuario, detto anticamente Eremo, fu menzionato nel 969, dall’arcivescovo di Benevento Landulfo, nel segnare i confini della Diocesi di Sant’Agata dei Goti,“in monte Magdaluni, qui dicitur sanctus…” e nel 1092 dal Conte di Caserta Goffredo che concesse al monastero di san Giovanni di Capua un podere situato.., “ in S.Angelo de Mataluni”.
Successivamente, è documentato nella bolla capuana del Vescovo Sennete del 1113, che segna e delimita i confini della Diocesi di Caserta , “in Castro Ma talune… Ecclesiam Sancti Angeli de Monte”. Questa chiesetta rimasta sempre nel luogo impervio a m. 520 s.l.m. domina la valle attraversata dalla via Appia, quasi a proteggere il sito urbano di Maddaloni formatosi alle pendici del monte. Nel privilegio del Papa Alessandro III per la Chiesa Casertana dell’anno 1178,è menzionato : “in Matalone S.ti Angeli de Monte.” Si narra che nel 1216 vi si recò san Francesco d’Assisi mentre si dirigeva a Capua per far visita al suo amico, il beato Agostino ivi residente. Nel 1827 la regina di Spagna Elisabetta e la figlia Cristina vennero ad onorare l’Arcangelo san Michele e lo stesso fece il re Ferdinando II nel 1846 con tutta la famiglia reale. Nel 1860 l’area fu occupata dall’esercito garibaldino che attestato sul monte san Michele diresse e vinse la vittoriosa battaglia dei Ponti della Valle o del Volturno che permise l’unificazione d’Italia.
La vicinanza con altri santuari San Angelo a Palomabara in San Felice a Cancello, con San Michele Arcangelo sul monte Virgo, oggi duomo di Casertavecchia, oltre il rivelare la caratteristica di vedette e di fortezze di questi luoghi sacri, essendo tutti sulla medesima altitudine e visibili l’uno dall’altro, manifestano anche la religiosità dei longobardi di affidarsi al Principe degli Angeli per la difesa contro i nemici della terra e del cielo,del corpo e dell’anima. Il Santuario è porta obbligata per il passaggio sia verso il Sannio e le Puglie attraverso l’antica valle Suessola, sia verso Capua e Roma con l’antica via Appia. L’edificio certamente, nel lungo corso dei secoli, ha avuto degli interventi architettonici diversi che non conosciamo fino al 1800. Infatti dopo il 1820 l’edificio ecclesiale fu raddoppiato, l’operato viene raccontato dallo storico di Maddaloni Giacinto De Sivo scrivendo quanto segue…”Già prima del 1820 era la metà più piccola…”.
Nella seconda metà dell’ottocento, dopo l’unità d’Italia, l’edificio fu restaurato per i danni subiti dagli scontri bellici del tempo. Nei primi decenni del Novecento ebbe un’ulteriore intervento di ampliamento, con la costruzione del campanile adiacente. Fu determinante l’intervento stilistico architettonico, secondo l’indirizzo culturale di quegli anni: il neoromanico. Infatti la facciata è disegnata con un protiro schiacciato sormontato da cinque archetti che fungono da loggia e un rosone in cima, al di sotto le falde del tetto, coperto con tegole. All’interno, una cupoletta e un’unica navata coperta dalla volta a botte. La chiesa conserva ancora, in un paramento del presbiterio, frammenti di affreschi cinquecenteschi. Nella nicchia centrale in asse con l’altare maggiore, si conserva la statua del Santo, più volte restaurata, forse di manifattura cinquecentesca.
A fianco della Chiesa ci sono, a due livelli, i locali annessi per l’accoglienza dei pellegrini con un portico e terrazza, architettonicamente ben inseriti nel complesso santuariale. Essi sono stati costruiti nella seconda meta dell’ottocento. Nei primi decenni del novecento invece sono il campanile maggiore e la facciata di stile neo-romanico con archetti e rosone. Alla fine del secolo scorso, nel 1993, tutto il grande piazzale dell’ingresso del santuario è stato trasformato in una chiesa all’aperto con un monumento-altare su cui troneggia una immagine bronzea della Vergine Maria, denominata Madre del Redentore.
Nel 1994 al nome del Santuario di San Michele Arcangelo è stato aggiunto anche quello di Santa Maria del Monte. Il Santuario sito sull’ultimo colle dei monti Tifatini, in un luogo panoramico di bellezza unica, è visibile dall’autostrada e dalla linea ferrata. Da esso si gode l’ampia veduta non solo della piana casertana con tutte le catene dei monti che l’avvolgono, ma anche il mar Tirreno, il Vesuvio e tutto il golfo di Napoli con le sue isole.


Edifici annessi

Il Santuario possedeva da secoli locali per l'eremita, un laico che passava qui gran parte della sua vita nella preghiera, accogliendo pellegrini. Nel corso del secolo, si sono aggiunti altri locali per permettere ai pellegrini di sostare e ristorarsi.
Una cisterna molto capiente provvedeva a dissetare quanti salivano a piedi lungo la mulattiera, unica via d'accesso da S. Benedetto al Santuario, prima che fosse aperta, a metà del secolo scorso, quella carrozzabile dai Ponti della Valle al Santuario.
E' stata acquistata, per le opere di carità Villa Quarto con annessi i terreni.


Stato giuridico

Il Santuario che inizia la sua storia con l'apparizione dell'Arcangelo e favorito dal culto dei Longobardi verso gli spiriti celesti nel VII e VIII sec., è sempre stato meta di preghiera e di pellegrinaggi. Oggi è riconosciuto personalità giuridica civile e religiosa con il legale rappresentante nella figura del Rettore pro-tempore Sac. Angelo DELLI PAOLI.
Il Santuario per svolgere la sua missione si avvale del Consiglio Santuariale.


Opere artistiche

LA STATUA DI SAN MICHELE ARCANGELO

L'artistica statua lignea dell'Arcangelo, si ignora quando e da chi sia stata scolpita. Dalle fattezze scultoree dobbiamo supporre che sia molto antica, all'incirca risale alla seconda metà del XV sec.
La statua rappresenta un giovane guerriero, con elmo piumato, armatura a maglia, che con l'indice e il medio della mano sinistra regge una bilancia contenente due anime nei piattini, e con la destra, invece, armata di lancia, colpisce Satana tra le fiamme infernali.
La statua è copia di un antico dipinto esistente un tempo nella Chiesa parrocchiale di S. Benedetto Abate in Maddaloni.



L'ALTARE DI SANTA MARIA DEL MONTE



L'altare che guarda sul grande piazzale è un ricordo dell' Anno Mariano 1987/88.
L'immagine di Maria, Madre del Redentore, è opera in bronzo dello scultore francescano Tarcisio Musto, ed è posta su due vele di cemento come segno e vessillo di salvezza.
L'immagine è stata benedetta dal Papa Giovanni Paolo II nella sua visita a Caserta il 23 maggio 1992.
Il Vescovo di Caserta Raffaele Nogaro ha benedetto il monumento altare il 10 ottobre 1993 e ha denominato il Santuario di San Michele col nuovo nome di Santuario di San Michele Arcangelo e Santa Maria del Monte.



L'ALTARE DELLA PIETA'



La scultura bronzea con l’altare è stata donata da una suora, suor Guglielmina da Cerreto.
Il gruppo bronzeo di Maria con Gesù morto ai suoi piedi è stato realizzato dalla ditta Agnone di Isernia nel 2001.
Essa è stata collocata su un altare di tufo con mensa in marmo al termine delle quattordici stazioni della via Crucis (pur esse in bronzo) che circondano tutto il Santuario. Qui si sosta per pregare e contemplare tutto l’amore di Dio per noi.
Su questo altare i giovani si raccolgono per la preghiera e il canto.


 
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